Latte da ricamo : locut. Inchiostro della prigione (gergo dei ladri).
Storia: nelle carceri, quando il lazagnero scrive una lettera per un compagno, dice che usa il latte per ricamare (ricamare) per intenerire colui al quale si scrive. La parola Inchiostro è qui una cifra, perché spesso è il latte che si usa. Nelle carceri sappiamo che tutte le lettere dei detenuti indirizzate a parenti o amici passano attraverso il registro. L'impiegato o direttore legge la lettera e se non contiene nulla di contrario al regolamento, la contrassegna con il segno “V”. La più grande preoccupazione dei detenuti è evitare questa formalità imbarazzante, soprattutto se la lettera è indirizzata a un complice. Quindi usano il latte per scrivere tra le righe scritte con l'inchiostro. Ciò richiede latte scremato e carta non smaltata, perché la scrittura sarebbe oleosa, lucida e l'inganno sarebbe evidente. Per far apparire la scritta basta battere forte la lettera con una pantofola piena di polvere; la polvere si attacca ai caratteri che diventano leggibili. In passato nelle carceri si usavano le cipolle, ma il trucco è stato scoperto, non si vendono più nelle mense, finché c'è il latte.