Spugna : nf Una spugna è una sostanza leggera e porosa di qualsiasi materiale che viene utilizzata per vari scopi per la sua proprietà di assorbire liquidi e rilasciarli sotto pressione.
Spugna qualcosa: dimenticalo, non parlarne più (vedi sotto).
Getta la spugna: rinuncia alla lotta; ritirarsi da un concorso (vedi sotto).
Avere una spugna in gola: avere sempre sete.
Bere, essere inzuppato come una spugna: bere, aver bevuto più della ragione.
Questo ragazzo è una vera spugna! : è un ubriacone.
Spugna interna: stomaco di una persona assetata.
Padrona di un pappone.
- L'espressione "Salta la spugna": è perdonare, non evocare più colpe commesse.
Qui siamo di fronte a una bella metafora domestica la cui lontana origine viene dai fondali marini.
La spugna, infatti, è prima di tutto un animale marino estremamente primitivo (senza organi). La sua capacità di assorbire i liquidi, pur essendo molto flessibile, ne fa un oggetto di pesca intensiva da quasi tre millenni.
La spugna viene generalmente utilizzata per pulire qualcosa, il colpo di spugna permette di cancellare tracce più o meno indesiderabili.
Ed è da questo uso che, dall'inizio del XVII secolo, prima nella forma indossa la spugna, La nostra metafora nasce dove l'uso virtuale di una spugna è una forma di perdono che permette di cancellare o dimenticare tante spiacevoli cose passate, errori commessi o atti riprovevoli.
- L'espressione "Gettare la spugna": è arrendersi, arrendersi.
Gli appassionati di boxe sanno perfettamente da dove viene questa espressione. In questo sport, infatti, il manager del pugile usa una spugna (in realtà ora un asciugamano) per, tra i round, pulire il suo puledro dal sudore ed eventualmente dal sangue che ha sul viso e sul petto, e per rinfrescarlo. E se mai il suo protetto, durante un round, viene massacrato senza chiedere pietà, lancia questa "spugna" sul ring per significare l'abbandono del combattimento. Questa espressione è stata usata in Francia al di fuori del contesto della boxe dal 1901, in traduzione dall'inglese gettare la spugna, usato metaforicamente dal 1877.